IL PICCOLO YETI
Il Piccolo Yeti, il film diretto da Jill Culton e Todd Wilderman, è un'avventura che attraversa gli ambienti urbani e i grattacieli di Shanghai per raggiungere le cime innevate dell'Himalaya e panorami che lasciano senza fiato.
Yi è un'adolescente un po' ribelle, che sogna - come la maggior parte dei giovani della sua età - di scappare lontano e girare il mondo insieme al suo violino. Una sera mentre suona sul tetto del suo palazzo, circondata dagli imponenti edifici della città al tramonto, Yi sente uno strano rumore e, avvicinandosi alla fonte, scopre che il cupo verso animale appartiene a un giovane yeti. Inizialmente spaventata, la ragazza farà ritorno sul tetto durante le ore diurne per tentare di instaurare un legame con la creatura, pur ignorando come sia giunta fino a Shagai.
L'incontro tra i due porterà alla nascita di una forte amicizia, infatti, nonostante appartengano a specie diverse, Yi e lo yeti riescono in qualche modo a comunicare tra loro. Per proteggere il suo nuovo amico, Yi tiene segreta la sua esistenza, rivelandola soltanto ai suoi amici Jin e Peng, e i tre ragazzi insieme decidono di chiamare la magica creatura Everest.
Un uomo delle nevi, però, non può vivere in una metropoli e ben presto lo yeti manifesta il suo desiderio di voler tornare a casa, tra le montagne. Per aiutarlo Yi, Jin e Peng decidono di intraprendere un lungo viaggio per permettere a Everest di ricongiungersi con i suoi simili e soprattutto con la sua famiglia. Ma dove si trova la sua casa? Ovviamente nel punto più alto della Terra, sulla vetta più alta dell'Himalaya. Oltre a quest'avventura piena di pericoli, i ragazzi dovranno affrontare anche un altro ostacolo sul loro cammino, il facoltoso Burnish e la zoologa Zara, decisi a catturare Everest per condurre esperimenti su di lui.
Genere: Animazione, Avventura
Regia: Jill Culton
Attori: Albert Tsai, Chloe Bennet, Eddie Izzard, Sarah Paulson, Tenzing Norgay Trainor
Durata: 97 min
Critica: un film emozionante che valorizza la poesia della natura e trova nella trama ultra-classica una sua originalità visiva e narrativa.
Yi è una ragazzina solitaria, che si riempie la giornata di lavoretti per guadagnare quanto le serve a fare il viaggio attraverso la Cina che sogna di fare. Avrebbe dovuto farlo con suo padre, ma lui non c'è più, ed è anche per questo che Yi non sopporta di stare in casa, perché niente è più come prima. Si è creata un suo angolino sul tetto ed è proprio qui che, una sera, s'imbatte in una zampa enorme: niente meno che quella di un cucciolo di Yeti, ferito, spaventato e inseguito da un collezionista senza scrupoli. Lo chiamerà Everest e, per riportarlo a casa, sugli splendi monti dell'Himalaya, Yi viaggerà attraverso paesaggi naturali meravigliosi, resi ancora più emozionanti dalla musica del suo violino e dalle doti magiche di Everest.
Anche il film di Jill Culton sembra possedere qualche qualità nascosta, per come il risultato supera magicamente l'insieme delle parti.
Non è certo la prima volta che un film di animazione porta in scena la strana coppia umano/creatura selvaggia (la stessa Culton, quando era alla Pixar, ha lavorato ad un capolavoro del genere quale Monsters & Co.), né la prima volta che la creatura domanda di essere riaccompagnata nel suo mondo (dai tempi di "E.T. Telefono Casa" in poi, è anzi difficile che questo non avvenga) ma Il Piccolo Yeti presenta, se non tratti di novità, di certo una sua peculiarità, che lo tiene prodigiosamente a galla sopra un oceano di luoghi narrativi comuni.
Il peloso e tenero Everest canta e s'illumina come Rapunzel e ricorda nello sguardo lo Sdentato di Dragon Trainer, mentre il facoltoso Burnish non può non far pensare al cacciatore di beccaccini Charles Muntz (Up) e alcuni dialoghi di Yi con la mamma e la nonna sembrano rubati a Inside Out, eppure Il Piccolo Yeti riesce a non fare di questi rimandi delle scopiazzature involontarie bensì delle piccole colonne di un genere al quale aderire alla perfezione ma con una personalità propria, visiva e narrativa. Merito di una scrittura intelligente, che lavora sul sottotesto tanto quanto su quello di superficie.
Così, la bambina "orso", che non passa il tempo a farsi i selfie con gli amici ma a sognare l'avventura, incontra un "orso" vero, gigantesco e leggendario, ma più simile a lei di quanto si possa pensare: piccoli entrambi, ma dotati di una perseveranza degna delle carpe koi, Yi e Everest, insieme agli amici Peng e Jin, superano ostacoli geografici e interiori, per riportarsi vicendevolmente a casa, al di là della fase di crisi.
Un film con una forte dominante femminile, che si apre a piccoli grandi momenti di fantasia, valorizza la poesia della natura e fa leva sulle emozioni in maniera onesta e diretta, raccontando ai bambini un'avventura più grande di loro ma sedendosi, per farlo, esattamente alla loro altezza. TORNA ALLA HOME PAGE