LA VITA VA COSÌ  Prima Nazionale giovedì 23, venerdì 24, sabato 25, domenica 26: ore 21:00 sabato 1, domenica 2: ore 18:30 #lavitavacosì

LA VITA VA COSI'

 

Alla soglia del nuovo millennio, due destini lontani si scontrano su una lingua di costa ancora incontaminata nel sud della Sardegna. Efisio Mulas è un pastore solitario, custode silenzioso di un tempo che sembra non esistere più. Vive lì da sempre, tra il mare e i suoi animali, nella piccola casa dove è nato. Dall’altra parte c’è Giacomo, Presidente di un potente gruppo immobiliare, simbolo di un’Italia lanciata verso il futuro. È deciso a trasformare quella costa in un resort di lusso. Al suo fianco Mariano, capo cantiere e uomo pratico, ha il compito di convincere Efisio a cedere quell’ultimo lembo di terra. Tra questi mondi inconciliabili si muove Francesca, la figlia di Efisio, divisa tra le sirene del cambiamento e l’appartenenza alla propria terra. Quando Efisio rifiuta l’ennesima offerta milionaria, la trattativa si trasforma in una battaglia legale nella quale entra in scena Giovanna, una giudice nata e cresciuta in quei luoghi chiamata a dirimere il conflitto. Mentre le pressioni aumentano e la comunità si spacca tra chi sogna nuove opportunità di lavoro e chi teme di perdere per sempre la propria identità, l’incrollabile “no” di Efisio si carica di un significato collettivo. Forte del valore delle sue scelte e della memoria di chi è venuto prima di lui, Efisio sa che a volte, proprio perché “la vita va così”, bisogna fermarsi e decidere da soli dove andare.

 

Genere: Commedia

 

Regia: Riccardo Milani

 

Attori: Virginia Raffaele, Diego Abatantuono, Aldo, Pietro Ragusa, Geppi Cucciari, Niccolò Senni

 

Durata: 118 min.

 

Critica: Ispirato a una storia vera, trae ispirazione da una vicenda realmente accaduta in Sardegna che ha avuto risonanza anche a livello internazionale.

Film d'apertura della ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma 2025, fuori concorso nella sezione Grand Public.

La vita va così, il nuovo film di Riccardo Milani è un inno al coraggio

“Sai perché è così bella questa terra? Perché è di tutti”. Fa venire i brividi la frase che il pastore Efisio Mulas dice alla figlia Francesca per spiegarle perché, nonostante offerte milionarie, non voglia vendere il proprio pezzo di terra all’immobiliare che vorrebbe costruire in quell’angolo di paradiso sardo. “Ho scoperto questa storia dieci anni fa, e da allora ho sempre avuto in testa che ci avrei dovuto fare un film” racconta Riccardo Milani, il regista di tanti film di successo.

La storia di cui parla Milani è quella di Ovidio Marras, che per vent’anni si è rifiutato di cedere il suo podere a Capo Malfitano. Marras è morto l’anno scorso, a 93 anni, ma ha fatto in tempo a scoprire che la sua storia sarebbe diventato un film interpretato da Diego Abatantuono, “nei panni dell’imprenditore che vuole il terreno e che da questo lungo scontro finirà col capire molte cose sulla sua vita“, Virginia Raffaele, la figlia di Efisio, Aldo Baglio, uomo di fiducia di Abatantuono che cerca di convincere Mulas con ogni mezzo, e Geppi Cucciari, che come ha spiegato lo stesso Milani “rappresenta la giustizia, quella pura, che non si piega a logiche e influenze, perché interpreta una magistrata nata e cresciuta in questa terra. Geppi Cucciari rappresenta la Sardegna reale “.

 

La storia di Ovidio Marras

La storia è ispirata a una vicenda di cronaca che ha avuto risonanza anche internazionale: quella di Ovidio Marras, il pastore sardo scomparso nel gennaio 2024 all'età di 93 anni, noto per aver difeso la sua terra a Capo Malfatano dal progetto di un mega resort di lusso. 

Agli inizi degli anni 2000, la sua tranquilla esistenza nel suo furriadroxus (la sua casa in campagna) fu minacciata dall'arrivo di istranzos (sconosciuti) che misuravano i terreni circostanti. Presto Ovidio scoprì che una cordata di imprenditori - facente capo alla joint venture Sitas srl - intendeva costruire un resort extra lusso, con “colate di cemento in quel Paradiso”. Gli acquirenti contattarono Marras per acquistare il suo terreno, arrivando a offrirgli l’incredibile somma di 700 milioni di euro nel 2009. La sua risposta, divenuta celebre, fu un sonoro rifiuto: “Guardate che io non vendo. Questa è la terra di mio padre e del padre di mio padre e me la tengo... I soldi volano, ma la terra resta”.

Di fronte alla recinzione di un cantiere e alla deviazione del sentiero che usava da sempre per il pascolo, Ovidio Marras non si arrese, intraprendendo una battaglia legale solitaria e dispendiosa. Investendo oltre centomila euro in spese legali, ricorse in giudizio contro il colosso imprenditoriale.

Il pastore vinse in tutti e tre i gradi di giudizio, sino alla Corte di Cassazione. Marras riuscì a dimostrare che l'iter per la valutazione ambientale del progetto di costruzione era irregolare, essendo stato diviso artificiosamente in più lotti. La sua determinazione fu premiata: la joint venture fu costretta a demolire le strutture precedentemente erette.

“Volevano circondarmi di case, volevano intrappolarmi nel cemento. Forse speravano che me ne andassi. Non era accettabile che noi dovessimo andare via da qui, da casa nostra, per far posto ai ricchi. Questo posto è di tutti ed io lo dovevo difendere”, dichiarò Marras dopo la sua vittoria.

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