NAPOLEON giovedì 30, venerdì 1, domenica 3: ore 20:30 sabato 2: ore 21:00 sabato 9, domenica 10: ore 18:15 #Napoleon

NAPOLEON

 

L'epica ascesa e caduta dell'imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato dal premio Oscar® Joaquin Phoenix e diretto dal leggendario regista Ridley Scott. Il film ripercorre l'inarrestabile scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione con il suo unico vero amore, Giuseppina, mostrando le visionarie strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai realizzate.

 

Genere: Azione, Biografico, Storico, Guerra

 

Regia: Ridley Scott

 

Attori: Joaquin Phoenix, Vanessa Kirby, Tahar Rahim, Ben Miles, Ludivine Sagnier, Ian McNeice, John Hollingworth, Paul Rhys, Matthew Needham, Benjamin Chivers, Jonathan Barnwell, Youssef Kerkour, Scott Handy, Phil Cornwell, Gavin Spokes, David Verrey, Sam Crane, Edouard Philipponnat, Harry Taurasi, Thom Ashley, Mamie Barry, Tim Faulkner, John Hodgkinson

 

Durata:158 min

 

Critica: Napoleon è un kolossal bizzarro. Il nuovo film di Ridley Scott si offre allo spettatore in una doppia veste: accomodante avventura epica cesellata di momenti storici e tappe obbligate, rivela anche un volto inaspettatamente irriverente, con cui si prende gioco del proprio protagonista offrendone un’inedita parodia.

Fondamentale qui è comprendere lo sguardo di Scott, che muta tra battaglie impossibili e lunghi intermezzi umani in cui i personaggi si fanno figurine di un teatro spesso grottesco. Fuori dalla sala dunque la storicità, che non deve interessare allo spettatore più degli occhi torvi di un Joaquin Phoenix sincopato e tartagliante, sempre tra i fuochi della dedica interpretativa e la smagliante caricatura. Un kolossal bizzarro perciò, più difficile de Il Gladiatore e più imperfetto, ma anche, forse, capace di un complicato equilibrio tra epica e divertita irriverenza cinematografica. Dalle brillanti strategie di guerra all’ascesa quasi messianica per un intero paese, dietro le quinte della politica internazionale Napoleone frigna e scalpita, s’imbroncia e pretende. L’Europa cade in preda alle ambizioni di un uomo che riversa nella politica traumi e sogni interrotti della propria vita privata. In altre parole, Napoleon offre l’uomo – meschino e un po’ banale, geniale quanto farsesco – e il personaggio, intrecciando i due percorsi con un ritmo che colpisce. Geometrie e labirinti si interfacciano con Napoleone in un gioco di incastri visivi che Scott intelaia nello sviluppo del personaggio, accompagnato da una colonna sonora orgogliosamente disomogenea e imprevedibile. La messa in scena degli aspetti privati di Napoleone si compone dei controcampi sull’altro volto di questa epopea hollywoodiana particolarmente ispirata: Giuseppina, croce e delizia del conquistatore di paesi con qualche problema coi cuori altrui. Lei, che lo ama e non lo ama, che lo tradisce e ne diventa imperatrice, amata e gettata in attesa di un figlio maschio che non arriva. Giuseppina è tutto ciò che serve sapere su Napoleone. Uno specchio che non può ignorare. Vanessa Kirby interpreta l’anima di questo film: posa gli sguardi con l’ordine interiore che Napoleone esprime solo in forma di strategie, affetta le parole e sgretola le certezze di quell’uomo-bambino che la guarda intontito, un po’ madre e un po’ amante. C’è Hitchcock, l’ossessione, ma anche l’orgoglio e l’imperterrita mano del fato, che ci convince solo in parte della predestinazione della storia. Scott lavora sul superomismo, schiaccia il protagonista contro ogni aspettativa, ponendolo di fronte ai meriti e alle prese in giro. La fragilità psichica del potere emerge come tema centrale, presentando un Napoleone umano e vulnerabile. La strategia invincibile si fa da parte e le battaglie sul campo sono un intrattenimento muscolare di grande fattura, per quanto lontane da ogni logica o ragione di guerra esplicitamente raccontata.

“Francia. Esercito. Giuseppina…”. Gli imperativi di Napoleone sono gabbie e cicatrici, obblighi e fantasmi. Il film li cambia di ordine e li ricompone, tenendoci sempre a strettissimo contatto con il suo protagonista. Può mancare il respiro, soprattutto perché la sceneggiatura di David Scarpa non si allontana mai abbastanza dal protagonista per permetterci di unire ogni suo volto proposto. Scott non ha tesi rivoluzionarie su Napoleone, ma la sua regia lo prende per il cappello e lo tira giù dai grandi quadri trionfali; lo inquadra con precisione e sa mostrarci quelle piccolezze che ci strappano un sorriso, un po’ di tenerezza, e che in fondo hanno a che fare anche con noi.  TORNA ALLA HOME PAGE