UNICORNI  venerdì 18, sabato 19, domenica 20, lunedì 21: ore 21:00 domenica 27: ore 18:30 – 21:00 #unicorni #unicorniilfilm

UNICORNI

 

Un film su genitori e figli e il coraggio di amare incondizionatamente

Dopo aver affrontato il tema delle relazioni nel mondo contemporaneo con il suo personale piglio ironico in Nove lune e mezza, Brave ragazze e Genitori Vs Influencer, Michela Andreozzi torna al cinema per occuparsi di famiglia. Unicorni è un emozionante dramedy che racconta le difficoltà dell’essere genitori ai giorni nostri.

Lucio (Edoardo Pesce), conduttore di una nota trasmissione radiofonica, spigliato, brillante e dalle idee progressiste, è sposato con la bella Elena (Valentina Lodovini), insicura ed emotivamente dipendente del marito. I due hanno un’armoniosa famiglia allargata (che include la prima moglie ed una figlia di Lucio) ed un unico figlio: Blu (Daniele Scardini), 9 anni, che adora vestirsi da femmina, ed è libero di farlo, col permesso di mamma e papà, solo quando è a casa. In occasione della recita scolastica, però, il bambino vuole a tutti i costi indossare il costume della Sirenetta: i suoi genitori, divisi tra il desiderio di assecondarlo e quello di proteggerlo, saranno i primi a dover riconsiderare la loro apertura mentale e a intraprendere un percorso di consapevolezza e accettazione, in cui saranno accompagnati da un gruppo eterogeneo di coppie di “Genitori Unicorni”, guidato da un’accogliente psicologa (Michela Andreozzi).

 

Genere: Commedia

 

Regia: Michela Andreozzi

 

Attori: Valentina Lodovini, Thony, Lino Musella, Donatella Finocchiaro, Edoardo Pesce, Daniele Scardini, Michela Andreozzi

 

Durata: 105 min

 

Critica: Film di apertura del 55° Giffoni Film Festival (2025).

Nel panorama del cinema italiano contemporaneo, ancora troppo cauto nell’affrontare le sfide identitarie del nostro tempo, il film Unicorni di Michela Andreozzi emerge come un’opera necessaria, aggettivo fin troppo abusato ma qui azzeccato. Non soltanto per il tema che affronta (la varianza di genere nell’infanzia) ma soprattutto per come lo fa: con sensibilità, onestà e un tono in equilibrio perfetto tra dramma e commedia. 

una trama semplice, ma radicalmente coraggiosa

Nel film Unicorni, Lucio (Edoardo Pesce) è una voce familiare per molti: conduttore radiofonico ironico e progressista, ama provocare e sfidare il pensiero dominante. Al suo fianco c’è Elena (Valentina Lodovini), la sua seconda moglie, donna affettuosa e sensibile, un po’ spaesata ma instancabile nel suo desiderio di fare la cosa giusta. Insieme crescono Blu (Daniele Scardini), un bambino di nove anni creativo, determinato e libero, che ama indossare abiti femminili ma solo in casa.

Quando Blu manifesta il desiderio di vestirsi da Sirenetta per la recita scolastica, l’apparente apertura mentale della coppia viene messa duramente alla prova. L’intento di proteggere si scontra con il bisogno di accogliere. È qui che comincia il vero viaggio, non tanto del bambino (che sa già chi è o, almeno, chi vuole provare a essere) quanto degli adulti che lo circondano.

la varianza di genere, la coerenza, la genitorialità

Unicorni è un film che affronta un tema ancora scarsamente rappresentato nel nostro cinema: la varianza di genere nell’infanzia. E lo fa rifiutando qualsiasi tono didascalico o ideologico, ma immergendosi nella carne viva del dubbio, della fragilità e dell’amore.

Il film non offre risposte facili, ma pone domande vere. Cosa vuol dire davvero essere genitori aperti? Quanto siamo disposti a mettere in discussione le nostre convinzioni più profonde per amore dei figli? Quanto è difficile lasciar andare l’immagine ideale che abbiamo costruito di loro?

Ma Unicorni non è solo il racconto della crescita di un bambino gender creative. È anche - e forse soprattutto - una riflessione sul ruolo degli adulti, sulla necessità di evolversi, di ascoltare, di imparare. Di sbagliare, anche. E poi, avere il coraggio di ricominciare.

il gruppo dei “genitori unicorni”

Una delle trovate più efficaci del film Unicorni è l’introduzione del gruppo di auto-aiuto per famiglie con figli gender variant: i “Genitori Unicorni”. Guidati da una psicologa interpretata dalla stessa Andreozzi, queste sedute diventano lo spazio in cui si incrociano storie, paure, battaglie e solidarietà. Il gruppo è variegato, credibile, emozionante. E permette al film di evitare la trappola del caso isolato, offrendo invece un affresco corale su una realtà che, pur minoritaria, è sempre più visibile.

Ancor più significativo è il fatto che alcuni dei giovani attori e dei genitori presenti in scena siano reali membri dell’associazione GenderLens, che ha collaborato attivamente alla realizzazione del film. Una scelta di autenticità che arricchisce la narrazione di un valore quasi documentaristico.

una regia sincera e rispettosa

Michela Andreozzi dirige il film Unicorni con mano delicata ma sicura. Evita lo spettacolarismo, preferisce il dettaglio, l’espressione, il respiro. La macchina da presa si muove con discrezione, quasi a voler rispettare lo spazio emotivo dei personaggi. Un’unità di intenti che si ritrova anche nella fotografia calda e naturalistica di Stefano Salemme e nella colonna sonora composta da Andrea Guerra, che accompagna la storia con leggerezza e pathos.

Andreozzi ha voluto realizzare un film “mosso, spontaneo, poco seduto”. E ci è riuscita. Unicorni è cinema vivo, che pulsa. Che fa sorridere e commuove, a volte nella stessa scena.

un piccolo film, una grande rivoluzione

Unicorni è un film che colpisce per la sua intelligenza emotiva, il suo coraggio e la sua umanità. Un film che non pretende di insegnare, ma riesce (ed è molto più difficile) a invitare lo spettatore a riflettere, ad ascoltare, a sentirsi coinvolto.

Michela Andreozzi ci consegna una storia tenera e politica, intima e universale, che affronta senza paura una delle sfide più urgenti del nostro tempo: imparare a guardare gli altri senza filtri, soprattutto quando gli altri sono le persone che amiamo di più.

Se davvero, come dice Blu, “unicorni” sono coloro che sanno essere se stessi anche quando è difficile, allora questo film è pieno di creature magiche. E noi, seduti in sala, possiamo solo ringraziare di averli incontrati. Occhio, poi, alla giovane Viola Gabriele, che dalla madre Donatella Finocchiaro sembra aver ereditato il gene della recitazione. TORNA ALLA HOME PAGE