Bobbio: matinée per il giorno della memoria

26-27 gennaio

 

UN SACCHETTO DI BIGLIE

Bobbio: matinée per il giorno della memoria 26-27 gennaio
Bobbio: matinée per il giorno della memoria 26-27 gennaio

UN SACCHETTO DI BIGLIE

 

Un sacchetto di biglie, il film diretto da Christian Duguay, racconta il sorprendente viaggio di due giovani fratelli di origini ebrea, attraverso la Francia degli anni quaranta, occupata dai nazisti. 

Joseph (Dorian Le Clech) e Maurice (Batyste Fleurial) vivono la loro infanzia serenamente: d'estate giocano tra le onde, d'inverno si sfidano a battaglie di palle di neve. Fino a quando tutto cambia. A scuola sono costretti a indossare segni distintivi sulla giacca della divisa, come tutti gli altri bambini ebrei; vengono esclusi e additati dai compagni, emarginati dagli amici che ora li guardano in modo diverso. La situazione si complica a tal punto che una sera, il padre (Patrick Bruel) gli annuncia che dovranno partire in cerca di un luogo più sicuro. I bambini si mettono così in viaggio per sfuggire ai nazisti e raggiungere la cosiddetta "terra libera". In qualche modo riescono a eludere i controlli delle SS, imparano a riconoscere il rumore dei tremendi camioncini che sciamano per il Paese, e a scappare prima che gli ufficiali a bordo si accorgano della loro presenza. 

Il film segue i due bambini nella loro fuga da Parigi alla ricerca di un rifugio definitivo, mostra senza filtri le insormontabili difficoltà che affrontano lungo il percorso e come, con un'incredibile dose di astuzia, coraggio e ingegno riescono a sopravvivere alle barbarie naziste e a ricongiungersi finalmente alla loro famiglia.

 

GENERE: Drammatico

 

REGIA: Christian Duguay

 

ATTORI: Dorian Le Clech, Batyste Fleurial, Patrick Bruel, Elsa Zylberstein, Bernard Campan, Christian Clavier, César Domboy, Ilian Bergala, Emile Berling, Jocelyne Desverchere

 

DURATA: 110 Min

 

CRITICA: il viaggio per la libertà di una famiglia di ebrei durante la seconda guerra mondiale, le biglie come simbolo di un'infanzia che viene messa alla prova.

Nel panorama della memorialistica dedicata alla Seconda guerra mondiale e alla Shoah, uno spazio particolare lo occupa un romanzo autobiografico del 1973 in cui l’autore, Joseph Joffo, raccontò la sua esperienza personale di ragazzino in fuga, insieme al fratello e separatamente dal resto della famiglia, dalla Parigi occupata alla zona libera del sud guidata dal maresciallo Petain. La particolarità risiede nell'essere considerato ormai in Francia anche un classico per ragazzi, con lo slancio di un romanzo d’avventura, con tanto di tappe da superare e gli ostacoli rappresentati dagli orchi nazisti, affrontati con grande ingegno e coraggio da due ragazzi, per poter finalmente ristabilire lo status quo: tornare a vivere insieme ai genitori, e ai fratelli più grandi, vivendo sopra il negozio di barbiere che il capo famiglia gestisce con professionalità e spirito di accoglienza.

Non stupisce quindi che per questo secondo adattamento, oltre quarant’anni dopo il primo diretto da Jacques Doillon, sia stato scelto Christian Duguay, regista del grande successo, anche da noi, Belle & Sebastien - L’avventura continua. Qualcuno ricorderà questo canadese poliedrico alla regia di sceneggiati TV e action di serie B, di quelli che andavano direttamente a riempire gli scaffali di Blockbuster negli anni ’90.

Evidenti sono le motivazioni che hanno portato alla realizzazione di questo film: la voglia di mantenere vivo il ricordo delle persecuzioni alle quale furono sottoposti gli ebrei europei in quegli anni, come si ricorda ogni anno durante il Giorno della Memoria. L’etica sicuramente è la principale valenza da riconoscere avvicinandosi a questo film, che però, rispetto a progetti simili, propone un materiale di partenza avventuroso e picaresco che intrattiene senza annoiare, nonostante qualche caduta qua e là di melassa e di eccesso di patinato che ne attenua la portata. Un buon lavoro è stato fatto in sede di casting, con il piccolo e irresistibile Dorian Le Clech che entra presto nel cuore degli spettatori, con la giusta dose di impertinenza e coraggio. Fa piacere ritrovare in un ruolo convincente, quello del padre tutto coraggio e amore, Patrick Bruel, dopo il passo falso italiano di Una famiglia. La madre è interpretata dalla sempre convincente Elsa Zylberstein, i cui veri nonni scamparono ai rastrellamenti. Sono proprio gli interpreti, sempre sinceri e verosimili, insieme a una ricostruzione d’epoca di buon livello, a dare carne e sangue a una storia sovrabbondante di cliché, a tratti anche divertente, di un umorismo tipico delle situazioni disperate. Nel ritratto velenoso dei collaborazionisti, delle piccole meschinerie che in epoca di guerra diventano tragici crimini, Un sacchetto di biglie regala i suoi momenti meno consueti, più efficaci, oltre che sempre tristemente attuali, tanto quanto lo è la nostra natura fallace.

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