LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA Niviano - giovedì 20 luglio: ore 21:15 entrata libera fino ad esaurimento posti

 

LA FAMOSA INVASIONE

DEGLI ORSI

IN SICILIA

 

Nel tentativo di ritrovare il figlio da tempo perduto e di sopravvivere ai rigori di un terribile inverno, Leonzio, il Grande Re degli orsi, decide di condurre il suo popolo dalle montagne fino alla pianura, dove vivono gli uomini. Grazie al suo esercito e all'aiuto di un mago, riuscirà a sconfiggere il malvagio Granduca e a trovare finalmente il figlio Tonio. Ben presto, però, Re Leonzio si renderà conto che gli orsi non sono fatti per vivere nella terra degli uomini

A dirigere il film c'è Lorenzo Mattotti, uno degli illustratori e fumettisti italiani più noti al mondo, autore di innumerevoli libri di successo e collaboratore di riviste e quotidiani di rilevanza internazionale.

Oltre che sul talento grafico di Mattotti e la fantasia di Buzzati, il film può fare affidamento su un cast vocale notevolissimo, che nella versione animata comprende le voci di attori come Servillo, Antonio Albanese, Linda Caridi, Corrado Guzzanti e perfino Andrea Camilleri, che prima di morire ha prestato la sua voce inconfondibile al personaggio del Vecchio Orso.

 

Genere: Animazione

 

Regia: Lorenzo Mattotti

 

Attori: Linda Caridi, Toni Servillo, Antonio Albanese, Andrea Camilleri

 

Durata: 82 min

 

Critica: un film per grandi e piccini che traspone l'opera di Buzzati rispettandone atmosfere e morale.

La famosa invasione degli orsi in Sicilia è prima di tutto, un film sul piacere di narrare le storie, sul recupero della tradizione orale, delle leggende popolari; sull’importanza di saper ascoltare i punti di vista altrui. Il film racconta del Grande Re degli orsi Leonzio che, nel tentativo di ritrovare il figlio da tempo perduto, decide di condurre il proprio popolo dalle montagne fino alla pianura, dove vivono gli uomini. Grazie al suo esercito e all'aiuto di un mago, riuscirà a sconfiggere il malvagio Granduca e a trovare finalmente il figlio Tonio, rendendosi però conto che gli orsi non sono fatti per vivere nella terra degli uomini.

Una storia che mette al proprio centro il confronto tra due mondi, la poesia della scoperta e le conseguenze nefaste del potere; una fiaba dai toni semplici, raccontata sottovoce, con una delicatezza e un ritmo con i quali è molto semplice entrare in sintonia. Ma il vero punto di forza del film è senza ombra di dubbio il suo comparto visivo: Mattotti adatta al proprio stile le illustrazioni del libro a opera dello stesso Buzzati ottenendo un risultato straordinario.

Dalla caratterizzazione dei personaggi agli scenari mozzafiato, a ogni cambio di quadro la meraviglia accompagna lo spettatore in un universo magico e accogliente, dai colori sgargianti e il gusto un po’ retrò, in cui è possibile perdersi senza esitazione. La cura con cui Mattotti fa aderire ogni dettaglio visivo al racconto sottolinea ancora una volta l’importanza e il piacere del racconto, ricordandoci quanto è piacevole restare ad ascoltare una favola.

Dino Buzzati, uno dei più importanti autori della letteratura italiana del Novecento, scrisse e disegnò «La famosa invasione degli orsi in Sicilia» in qualità di zio per intrattenere le nipoti pubblicandola tra il gennaio e l'aprile 1945 sul Corriere della Sera fino a quando il quotidiano dovette sospendere le pubblicazioni in seguito alla Liberazione e la storia rimase incompleta. L'autore la rivide, la completò e la pubblicò nello stesso anno.

Chi avrà la fortuna (e il piacere) di assistere a questa versione del testo portata sul grande schermo da Lorenzo Mattotti potrà legittimamente chiedersi perché ci siano voluti 74 anni (e sei di lavorazione) perché ciò accadesse.

La risposta sta nel fatto che è sempre sembrata un'operazione difficile trasporre le opere di Buzzati al cinema. Le sue atmosfere, la sua capacità di trasformare il quotidiano in metafora, il suo pessimismo della ragione che si alimentava anche di dimensioni 'altre' sembravano costituire un ostacolo insormontabile. Il deserto dei tartari fece numerosi passaggi di mano in mano prima di approdare a Zurlini e diventare l'unico film davvero avvicinabile all'estetica e all'etica buzzatiane.

Mattotti riesce a bissare l'impresa perché nella sua libera reinterpretazione di artista quale è si legge un profondo rispetto per l'opera del Maestro. Quelle montagne che salgono aguzze, quei quadri appesi alle pareti del palazzo reale sono omaggi diretti alla pittura buzzatiana il quale, non dimentichiamolo, è stato l'autore di «Poema a fumetti» da lui completamente illustrato.

Lasciando intatta la 'morale' pessimistica sulla natura umana (a cui gli orsi possono però, anche se con fatica, contrapporsi) Mattotti crea un film per grandi e piccoli a cui dedica esplosioni di colori e spazi di riflessione, azione e narrazione. Il cantastorie e la sua aiutante (a cui viene dato il nome di Almerina, la moglie di Buzzati scomparsa nel 2015) inseriscono la narrazione nell'antica tradizione del passato raccontando le vicende di uomini e orsi a un anziano plantigrado che ha la voce (e questa scelta non può non far pensare e anche un po' commuovere) di uno scrittore che ha saputo trasferire nelle sue pagine gli umori di quella terra che sta nel titolo. TORNA ALLA HOME PAGE